Ercole Ramazzani e il Battesimo di Gesù per la chiesa di San Giovanni Battista dei cappuccini di Santa Vittoria in Matenano, ed ora conservato nella chiesa di San Giovanni Battista dei cappuccini di Corinaldo

di Eros Gregorini.

Nel 1979, dopo quattrocento anni esatti dalla presa di possesso del convento, i frati cappuccini di Santa Vittoria in Matenano abbandonavano definitivamente il loro cenobio [1].

È del 29 febbraio 1579, infatti, la cerimonia in cui Antonio Barafalli, priore dei monaci dell’antico monastero farfense di Santa Vittoria in Matenano e a nome del vescovo di Fermo, consegna, in forma ufficiale, il convento alla comunità dei cappuccini.

Il convento nasce per iniziativa della signora Battista Podi che nell’aprile del 1571 aveva inviato una richiesta al consiglio comunale santavittoriese affinché lo stesso presentasse al capitolo provinciale dei cappuccini, riunitosi a Macerata nel maggio di quello stesso anno, l’istanza per la fondazione di una comunità in quel territorio. La signora Podi si impegnava a cedere il terreno su cui costruire il convento e a sostenerne le necessarie conseguenti spese. La nuova chiesa viene intitolata a San Giovanni Battista [2].

 L’edificio di culto viene ornato con un dipinto di Ercole Ramazzani, allievo di Lorenzo Lotto tra il 1550 e il 1552, raffigurante il Battesimo di Cristo. Secondo Giuseppe Santarelli l’artista nato a  Rocca Contrada (ora Arcevia) attorno al 1530, avrebbe eseguito l’opera in occasione dell’apertura della chiesa e gli sarebbe stato commissionato dalla stessa Battista Podi, raffigurata nella monaca clarissa posta in basso a destra [3].

Tuttavia non tutti concordano con questa lettura dell’opera e c’è chi, forse più correttamente, individua nel quadro i seguenti personaggi: Gesù Cristo e san Giovanni Battista con i santi Francesco e Chiara raffigurati in abisso [4].

Lo stesso pittore nel 1593 esegue per la chiesa di San Francesco di Arcevia un altro Battesimo di Cristo che imita quello eseguito per la chiesa dei cappuccini di Santa Vittoria in Matenano. Poche le differenze compositive tra le due opere: il Cristo, il Battista, gli angeli sulla sinistra della tela sono pressoché identici il che conferma l’attribuzione al Ramazzani del dipinto eseguito per la località fermana. Tale sottolineatura si deve al fatto che il quadro eseguito per la chiesa cappuccina di San Giovanni Battista non porta alcuna iscrizione come era solito fare il Ramazzani e come si trova nel caso dell’olio su tela conservato oggi nella chiesa di San Medardo di Arcevia.

Per altro il lavoro del pittore arceviese non è completamente leggibile essendo stato riadattato per l’altare maggiore di una chiesa diversa da quella per cui era stato commissionato. Gli angeli che assistono al battesimo nello stato attuale sono visibili in minima parte anche se è possibile immaginare che la composizione sia analoga a quella del dipinto conservato ora nella chiesa di San Medardo di Arcevia [5] .       

Abbandonato il convento e dopo che i frati cappuccini hanno cessato di officiare la liturgia nella chiesa di San Giovanni Battista, il quadro del Ramazzani viene rimosso e trasferito nel 1995 a Camerino dove resta sino all’agosto dell’anno seguente, quando viene portato a Corinaldo per essere collocato sull’altare maggiore della chiesa in sostituzione di quello già presente e raffigurante, anch’esso, il Battesimo di Cristo.

Il trasferimento a Corinaldo dell’opera del pittore arceviese con quel soggetto rappresentato non è casuale in quanto anche la chiesa corinaldese appartenente all’Ordine è dedicata a San Giovanni Battista, colui che battezza Cristo sulle rive del fiume Giordano e il quadro dell’allievo del Lotto sostituisce, come detto, un altro di analogo soggetto.

Il dipinto rimosso e attualmente conservato nei locali del convento venne eseguito e donato alla chiesa da parte di Silvio Orlandi Sindaco Apostolico di questa Religiosa famiglia [6] . Il sindaco apostolico era un personaggio legato ad un convento e chiamato a gestire gli affari temporali, ovvero economici, della comunità religiosa. Nel manoscritto di padre Gioacchino da Loreto datato 1877 si riporta che Il quadro dell’altare maggiore che rappresenta il battesimo di Gesù Cristo fu fatto e donato a questa chiesa a spese del signor Silvio Orlandi … nell’anno del Signore 1851… [7]

In quegli anni la comunità religiosa era composta da undici religiosi: cinque ordinati sacerdoti e sei laici [8] .

Silvio Orlandi, come riferisce Donato Mori fu maestro di disegno di Domenico Berardi, [9] pittore corinaldese nato nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 1818 e deceduto a Corinaldo all’età di soli 38 anni il 5 dicembre 1856. Di Domenico Berardi si conserva nella civica raccolta d’arte “Claudio Ridolfi” il ritratto di papa Pio IX [10] . Fortuna ha voluto, poi, che dell’Orlandi sia stato possibile trovare un disegno autografo.

Dunque siamo di fronte ad un’opera di un artista non “professionista” quale fu Silvio Orlandi. Di questi possiamo affermare di conoscere, forse, l’unico dipinto noto da lui eseguito o rimasto. Ne abbiamo testimonianza certa nel citato manoscritto fonte attendibile perché pressoché coeva alla esecuzione del dipinto e riportata da frate Gioacchino presente in quegli anni nel convento corinaldese. Frate Gioacchino da Loreto (Alessio Barchiesi alla nascita), nasce nella città mariana il 26 maggio 1839. Inizia noviziato a Cingoli il 18 ottobre 1855 ed è a Corinaldo durante la soppressione del 1860 e al conseguente allontanamento dei frati dal convento. Nel 1867 è unito agli altri religiosi nel casino Brunori (attuale villa ubicata presso la chiesa di San Bartolo verso Monterado). Nello stesso anno viene trasferito presso il parroco di Castelleone, ma nel 1872 si trova di nuovo a Corinaldo, nel casino Brunori. Nel 1873 è a Matelica, ma l’anno dopo torna a Corinaldo, dove rimane fino al 1886 e dove scrive, nel 1877, le Memorie del convento. Muore a Macerata il 12 dicembre 1921 [11] .

Purtroppo l’Autore del citato manoscritto nulla dice dell’opera che immaginiamo essere presente sull’altare maggiore prima che vi fosse collocata quella dell’Orlandi, né che fine abbia fatto   

Tornando al quadro del Ramazzani presente nella chiesa dei frati cappuccini di Corinaldo si può dire che si differenzia poco da quello di analogo soggetto ed eseguito dallo stesso artista nel 1592 e pagato dagli eredi dell’arceviese Camillo Taruci posto nella chiesa di San Francesco di Arcevia.

Le figure centrali del Cristo e del Battista, gli angeli posti sulla sinistra del dipinto, la composizione della parte superiore sono identici e è lecito immaginare che l’autore abbia usato lo stesso cartone preparatorio. Quello conservato ad Arcevia si differenzia per la presenza, sullo sfondo, di personaggi che si spogliano, con un rimando esplicito all’opera del Signorelli conservata nella chiesa di San Medardo [12] .

Quello eseguito per Santa Vittoria in Matenano, come già detto, presenta nella parte bassa della tela due personaggi, i santi Francesco e Chiara.

[1] G. SANTARELLI, Oggetti d’arte nelle chiese e nei conventi dei cappuccini delle Marche, in «Collectanea Franciscana», LXI, n. 1 – 2, p. 299.

[2] Sull’origine del convento dei cappuccini di Santa Vittoria in Matenano vedi: C. URBANELLI, Storia dei cappuccini delle Marche, parte prima, volume II, Vicende del primo cinquantennio 1535-1585, Urbino, 1978, pp. 181 -182, 228 – 229; C. URBANELLI, Storia dei cappuccini delle Marche, parte prima, volume III, Documenti 1517 – 1609, tomo secondo, Urbino, 1984, pp. 506 – 507.

[3] G. SANTARELLI, Due tele del Ramazzani nei conventi dei cappuccini delle Marche, in «Voce Francescana», 32, 1982 pp. 4 – 5.

[4] https://dati.beniculturali.it/lodview-arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/1100244494.html, Battesimo di Cristo (dipinto) di Ramazzani Ercole (fine sec. XVI). Anche la data di esecuzione differisce da quella proposta da Santarelli perché in questo caso l’esecuzione del dipinto è datata tra il 1590 e il 1599. 

[5] Sulla tela di Arcevia vedi: Ercole Ramazzani de la Rocha. Aspetti del manierismo nelle Marche della Controriforma, a cura di D. MATTEUCCI, Cavallino Treporti 2002,  pp. 114 – 116, 121.  

[6] Archivio Frati Minori Cappuccini delle Marche (Afmcm), G. DA LORETO, Memorie del Convento dei RR. PP. Cappuccini di Corinaldo 1877, ms. c. 6r.

[7]   Ibidem, c. 6r.

[8] Archivio Storico Comunale Corinaldo, Fondo II Restaurazione pontificia (1815 – 1860), Carteggio Amministrativo 1849 – 1850; busta 76. Il 2 aprile 1849 il padre guardiano Giusto da Sammaroto, al secolo Giovanni Battista Paraceca  invia al Comune L’elenco dei nomi, cognomi, patria, età e dignità dei religiosi cappuccini che compongono la famiglia di questo convento di Corinaldo.    

[9] D. MORI, Domenico Berardi di Corinaldo e Nicola Bozzi di Monterado due pittori accademici dell’Ottocento tra le Marche e Roma, in “Atti e memorie della deputazione di storia patria per le Marche”, 113 (2016 – 2017), Ancona 2018, pp. 259 – 260. 

[10] Ibidem, pp. 259, 277, 275.

[11] Le note biografiche su frate Gioacchino da Loreto mi sono state gentilmente riferire da frate Fabio Furiasse, responsabile dell’Archivio provinciale dei Frati Minori Cappuccini delle Marche con sede a Fermo e che ringrazio per la sua disponibilità in occasione delle ricerche effettuate presso il citato archivio.

[12] MATTEUCCI, Ercole, pp. 114 – 115.